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la ricchezza dei poveri. 79

Guida di Napoli e dintorni, di Carlo Tito Dalbono, che la scuola famosa dei Sordo-muti fondata nel 1871 migliora sempre, passai nel quartiere maschile del Reale Albergo dei Poveri, tutta desiderosa di vederla.

E qui cominciano le dolenti note: girai e rigirai e ritornai in quello Stabilimento, e trovai i Sordo-muti, ma mesti, sporchi, senza ombra d’intelligenza sulle pallide faccie, benchè anche per loro seppi esservi la stessa distinzione nel vitto che c’è per le femmine.

«Ma la scuola? dimandai; fatemi vedere la famosa scuola!» «Pur troppo,» mi risposero in coro i direttori, che gentilmente mi accompagnavano, pur troppo la scuola non esiste più; la sciolse l’ex-ministro Scialoia nel 1871 col proponimento di ricostituirla sulle primitive e vere sue basi governative, ritogliendola dalla soverchia ed illegittima dipendenza dell’Albergo.» — «Come!» ripigliai, «io intesi che questo fosse l’unico Istituto governativo per i Sordo-muti, in tutte le sedici Provincie napoletane. Com’è possibile che per il solo arbitrio di un Ministro questi infelici trovinsi privi di un diritto così essenziale al loro bene fisico e morale?»

«Fatto sta che la scuola fu chiusa allora,» mi rispose uno, «e rimane chiusa tuttavia; nuovo nel mio ufficio, non conosco il colpevole, nè da me dipende il rimediarvi.»

Io uscii occupata da molto pensiero, non potendo capacitarmi di tanta ’enormità. Domandavo a tutti informazioni, e tutti vagamente mi ripetevano che la scuola fu chiusa dallo Scialoia; che il Bonghi deputato protestò, ma che il Bonghi ministro non la riaperse.