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la ricchezza dei poveri. 73

due caste: i superiori e gl’inferiori. Interdetto all’inferiore ogni esitazione o richiamo od osservazione, quand’anche ei si credesse ingiustamente punito.

«In questo caso potrà però in seguito presentare, le sue lagnanze nel modo prescritto dall’Art. 32.»

Ora ecco l’Art. 32:

«Nel caso che ad un inferiore venisse inflitto un castigo che fosse da lui riputato ingiusto, egli deve ubbidire senza fare doglianza alcuna, finchè non abbia scontata la punizione impostagli!»

Bella riparazione! L’Art. 33 dice poi:

«Ogni inferiore che voglia presentarsi ad un superiore, deve prima per la via gerarchica fare chiedere il suo assenso.»

Art. 34:

«Ogni reclamo o domanda, sia scritta che verbale, deve essere strettamente individuale è presentata per via gerarchica da un solo individuo. Se fosse collettiva o presentata da due o più individui, costituirebbe una grave mancanza di subordinazione e sarebbe quindi rigettata e punita!»

Non è questo fosfato di dispotismo?

Il capo IV del Regolamento di disciplina parmi tanto ameno da meritare la riproduzione. Esso riguarda, per la parte maschile, il saluto1.

Art. 40. — Ogni individuo della famiglia deve il

  1. Variante di questo capo per i ciechi, fermo rimanendo pei graduati ciò che è detto nel capitolo stesso. I ciechi salutano, scoprendosi il capo, levandosi in piedi, se sono seduti, e togliendosi di bocca il sigaro o la pipa, se fumano, quando il superiore dice loro:: «Salutate,» o quando il quartigliere annunzi l’avvicinarsi