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la ricchezza dei poveri. 59

nessuno immaginava che gli affittuali (fermiers), i quali nei Distretti rurali amministravano il fondo dei poveri, pagherebbero il salario ad una parte dei contadini che lavoravano i campi loro, prelevandolo da questo fondo, accrescendo così le tasse degli altri cittadini, e che queste relazioni anormali fra contadino e proprietario porterebbero seco la cattiva coltivazione della terra. Nessuno immaginava che per evitare le tasse dei poveri i possidenti cessassero di costruire case per i contadini,1 anzi demolissero quelle esistenti, provocando così l’agglomeramento della popolazione e i danni conseguenti fisici e morali.

»Nessuno immaginava che le così dette Case di lavoro diverrebbero case d’ozio, luoghi ove le coppie maritate si divertono a sfogare le loro affinità elettive.2

Eppure questi e assai altri danni che richiederebbero pagine ad essere enumerati, danni che arrivano al colmo con quello maggiore di tutti, di aiutare gli oziosi indegni a moltiplicarsi, a spese degli onesti e laboriosi,sono i risultati dei provvedimenti presi secoli fa per mitigare certi mali in modo immediato.»

Ora ci sembra che tutti coloro, i quali pensano seriamente ai problemi sociali, ammetteranno la giustizia di queste riflessioni e l’utilità della loro applicazione,

  1. Le tasse locali per i poveri sono messe sui beni stabili, non mai sulla ricchezza mobile.
  2. L’Autore spiega la sua allusione al famoso libro del Goethe colla seguente nota: «In una Casa di lavoro, sopra trenta coppie maritate non c’era un sol uomo che vivesse colla propria moglie, e alcuni avevano cambiato compagna due o tre volte dopo la loro entrata. E questi e altri fatti analoghi egli cita dai libri di suo zio, presidente dell’Unione o Consorzio di «Bath.»