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58 parte seconda.

e provvedimenti non sognarono punto di avere gettato le basi di un’immoralità, la quale minaccia rovina generale.

»E quando nei secoli successivi la mendicità cresceva e le pene non valevano a reprimerla, gli stessi provvedimenti, riconfermati con certe modificazioni, obbligarono gli abitanti di ogni parrocchia a mantenere i proprii poveri, promulgando leggi severissime contro il vagabondaggio, che si puniva con la morte senza il conforto della religione, nessuno mai prevedeva che gli elementi penali di questa legislazione sarebbero trascurati in modo da non impedire punto l’ozio, mentre gli altri elementi assumerebbero tali proporzioni da incoraggiarlo e premiarlo. Ne legislatori nè altri prevedevano che la tassa per i poveri accresciuta a 175 milioni diverrebbe preda pubblica.

»Gl’ignoranti la credettero un fondo inesauribile, che loro apparteneva. Per ottenerne una parte, l’ozio brutale minacciava gli amministratori; i viziosi presentavano i loro bastardi; i semplici infingardi incrociavano le braccia e l’aspettavano; ragazzi e ragazze stupide si maritavano calcolando di viverci sopra; ladri, contrabbandieri, meretrici, intimidivano ed estorcevano; i giudici la spandevano per rendersi popolari, i dispensatori per non essere seccati.

»I buoni furono vinti dai cattivi. L’operaio che pagava le tasse, dopo vana lotta stendeva la mano per essere soccorso. La ragazza modesta moriva di fame, mentre la sfacciata vicina riceveva di pieno diritto due franchi ogni settimana per ogni figlio illegittimo.

»Come conseguenza della legge di Elisabetta,