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50 parte prima.

frequentando le scuole e costituendosi in associazioni, si vengono progressivamente illuminando nei proprii diritti.

Nei miglioramenti, onde i Municipii antecedenti bonificarono la città, non vi compresero che la Via del Duomo, la quale traversa i quartieri superiori, Forìa, la Marina, il Corso Vittorio, i nuovi quartieri del Museo, di Mergellina, il nuovo Rione Principe Amedeo. Furono all’opposto trascurati tutti i quartieri infelici degl’infelicissimi.

Anche le case economiche, promosse da Marino Turchi, si costrussero nella parte più ridente di Capodimonte, e non sono economiche, ne potrebbero essere pagate dai popolani. Le cucine economiche avviate dalla egregia signora Ravaschieri ebbero buon esito, credo, a Montecavallo e a Chiaia, quartieri nobili; non però al Pendino e alla Vicaria, perchè nella scelta dei cibi non si tenne conto del gusto della bassa gente.

Tutto dunque rimane a fare, nè si tornerà, speriamo, all’eterna disputa, se si debba risolvere prima la questione dell’istruzione o quella del miglioramento materiale; dacchè l’una deve procedere di pari passo coll’altra, se si vogliono evitare convulsioni morali paragonabili a quelle del Vesuvio.

«Che volete, — domanda il Villari, — che faccia dell’alfabeto colui, a cui manca l’aria e la luce, che vive nell’umido e nel fetore, che deve tenere la moglie e le figlie nella pubblica strada tutto il giorno? Non otterrete mai nulla.

» E se un giorno vi riuscisse d’insegnare a leggere ed a scrivere a quelle moltitudini, lasciandole nella