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42 parte prima.

per rinchiudervele, e che i suoi subalterni facevano quel che potevano.

Le prostitute registrate non superano le tremila; superano il doppio le clandestine. Anche qui l’Ufficio Sanitario non pretermise cura per iscoprirle. L’Ispettore più d’una volta si dolse con certi giovani, richiamando la loro attenzione sulle malattie fisiche, a cui essi espongonsi. Costoro risposero: «Che volete! il libretto ci spoetizza.» Povera poesia! Egli mi disse un giorno: «Spesso, e in passato ancora più d’adesso, giovani del basso popolo innalzavano voti a San Gennaro per ottenere certi favori, cioè la guarigione di una malattia o certi guadagni, per isposare una trovatella o una prostituta.» E ogni volta che ciò accade, e l’Ispettore osservò la condotta di parecchie di tali spose, gli venne provato che esse divengano mogli esemplari, e sono di tale una severità colle proprie figlie quale non si riscontra in altre madri del basso ceto. Il Regolamento esercita un’altra pessima influenza sulle povere. Alludo a povere, operaie oneste, e non lazzarone, le quali guadagnano a stento la vita, lavorando quanto le contadine della Venezia e della Lombardia.

Andai un giorno in un vicolo abitato da esse per verificare il motivo che allontanava i ragazzi e le ragazze dalle scuole elementari. Mi fu posta sotto gli occhi l’impossibilità di vestirli e di calzarli, e mi si narrarono le difficoltà e le spese occorrenti per ottenere dal Municipio le fedi di nascita necessarie. Non si può nemmeno varcare la soglia della porta municipale senza mancia al bidello.

Il vicolo sboccava proprio in Toledo, e durante