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30 parte prima.

girare di notte, vedere le così dette locande, da grana due a grana sei per letto. Nel libro intitolato: Notizie e documenti riguardanti le condizioni igieniche della città di Napoli, di Marino Turchi, leggesi la lista delle locande esistenti nelle varie sezioni. Parlando della Sezione di Porto egli scrive: «In queste locande spesso un solo letto si affitta, a parte, a due e tre individui, e nello stesso letto si trova una famiglia intera». Egli, sempre nella Sezione di Porto, in 105 locande trovo 188 stanze e 2793 letti. Questo calcolo darebbe in media letti cinque e mezzo per camera: ora io, visitando le locande di quella Sezione, vidi sette, otto, fino a nove letti nell’istessa stanza.

In un letto vidi tre persone, e nella locanda, ove contai 95 letti, il cesso per tutti consisteva in una buca aperta in mezzo alla cucina. Le persone costrette a dormire in questi luridi alloggiamenti, vi si riducono perchè senza letti proprii e senza danaro da pagare una pigione mensuale anticipata.

A udire i locandieri, gli uomini stanno da una parte, le donne da un’altra, ma ciò non è vero, come tante volte ha verificato la Polizia nell’occasione di eseguire un arresto. In una camera vidi un ragazzo colpito di epilessia nella sua più tremenda forma; mi dissero i suoi compagni che talvolta l’accesso epilettico rinnovossi due o tre volte la notte; esso non ha mezzi di sussistenza di sorta; ammesso una volta all’Albergo dei Poveri, poi ne fu cacciato.

Bisogna anche notare che le meretrici di quarta classe, senza domicilio fisso alloggiano promiscuamente tra la gente onesta.