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seconda interrogazione sui sordo-muti. | 285 |
ci abbiano colpa il Governo e l’Albergo dei Poveri in litigiosa vicenda.
E dall’uno e dall’altro è quindi urgente che venga un provvedimento, ed un provvedimento radicale.
La buona tradizione per l’istruzione dei Sordo-muti in Napoli ci è, e dura quasi da un secolo, dal 1790, quando quella scuola, ad imitazione di altre iniziate in Italia ed altrove, fu inaugurata dal celebre Abate Cozzolini.
E i provvedimenti adottati per quella scuola, in vero assai poco per iniziativa dell’Albergo dei Poveri, ma quasi tutti d’iniziativa del Governo, erano savii ed utili all’educazione ed istruzione di quei disgraziati. E con questi due mezzi: la tradizione che stimola e conforta il sentimento caritatevole avito in Napoli, e coi provvedimenti applicati, le cose camminarono senza gravi e pubblici reclami sino al 1871.
In quell’anno fatale per l’Istituto dei Sordo-muti di Napoli, un Ministro della Pubblica Istruzione, ed appunto napoletano, l’onorevole Scialoia, ha creduto di sciogliere quella scuola per ricostituirla sulle primitive sue basi, certamente colla migliore intenzione di renderla più proficua e di più larga applicazione.
In quell’anno stesso fu cancellata dal bilancio dell’interno, dove era fuori di proposito inscritta, trattandosi di Stabilimento d’istruzione, la somma di lire 17,777 che equivale ai 4000 ducati, patrimonio o dote stanziata già da sette diecine di anni per provvedere appunto a quella Scuola dei Sordo- muti.
Se non che le vive istanze fatte dall’onorevole Relatore del bilancio definitivo della pubblica istruzione di quell’anno stesso, dall’onorevole Bonghi, hanno procacciato si che quella somma venisse inscritta appunto in quel bilancio, e ciò debbo desu-