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278 parte quarta.

del popolo, il progresso sociale avverandosi di pari passo coll’istruzione ed avvenendo parallelo alla giustizia e all’umanità di chi sta in alto, la nuova generazione di poveri, giunta all’età di operare per sè, non avrà motivi nè occasione di violenze, d’insurrezioni. E così si può evitare in Italia uno scombuiamento sociale.

Comunque, di tale avvenimento non dovrà mai addebitarsi chi dà l’avvertenza, chi narra fatti esistenti e verificati; ma all’incontro coloro, i quali chiudono gli occhi all’evidenza e le menti alla persuasione.

C’è poi per me un’attrazione e un obbligo speciale di fare il poco possibile nel limitatissimo spazio consentitomi. E credo che quest’obbligo esista per tutti i miei condiscepoli.

Le ultime armi del Mazzini miravano ad allontanare dall’Italia gli orrori d’una guerra civile.

Egli, durante tutta la vita, aveva lottato contro lo straniero, contro gli oppressori materiali della sua patria. Con la potenza del genio, con la ferrea volontà, col fascino della sua appassionata fede, egli costrinse più d’una generazione a dedicarsi all’emancipazione dell’Italia.

E durante quella lotta di tutti gl’Italiani contro il nemico comune, il grand’uomo consolavasi che in Italia una guerra fra classe e classe fosse impossibile.

Ma, la lotta finita, egli s’avvide della possibilità di questa sciagura, se ne avvide coll’intelletto intuitivo d’amore, essendogli mancati il tempo e l’agio di