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242 | parte quarta. |
luzione tanto più tremenda, quanto che senza alternativa.
Pensi adunque il Governo riparatore a disseppellire quelle montagne di quesiti e risposte fatte durante l’inchiesta domandata dall’onorevole Bertani nel 72, e a riuscire a qualche pratica conclusione.
L’emigrazione bene organizzata come nel passato per gli Stati Uniti, i quali ora ne rovesciano da capo parte nel Canadà, e in parte ne rigurgitano in Europa, può essere un beneficio per i paesi poco popolati: ma per l’Italia, che ha vaste terre fertili e incolte, ricche miniere inesplorate, è una vera disgrazia; e un bene elaborato sistema d’immigrazione, ossia di passaggio di lavoranti dai luoghi, ove manca il lavoro, ai luoghi, ove mancano le braccia, parrebbe più sano consiglio.
Or ci giunge la notizia che la nuova Commissione d’inchiesta agraria è nominata, e speriamo che i Commissarii saranno armati di tali mezzi e di tanta autorità da potere svelare il vero stato del contadino, proponendo rimedii adattati alle regioni. A tal’uopo eglino debbono ascoltare in persona o col mezzo di rappresentanti fidati il contadino quanto il proprietario, imperocchè ogni regione ha i suoi proprii guai. Il Franchetti ci rivelò in gran parte i guai negli Abruzzi e nel Molise, nelle Calabrie e in Basilicata, e Napoleone Perelli, nel romanzetto intitolato: La Terra Promessa, colorisce quadretti terribili della bassa pianura milanese. Ed io conchiuderò questa parte del mio lavoro, pubblicando la seguente descrizione, fattami in lettera privata da un ingegnere che per modestia non vuol essere nominato, all’indirizzo di quanti gridano