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180 parte terza.

la società ha il diritto di proteggersi, non di vendicarsi, che lo scopo della punizione del reo deve ristringersi a protestare energicamente contro il male e prevenire il crimine, a dissuadere coll’esempio la consumazione di altri delitti.

Al principio di questo secolo, una donna quacchera contribuì potentemente a migliorare la condizione dei carcerati. Elisabetta Fry nel 1813 scosse l’Inghilterra da capo a fondo col narrare le condizioni orrende di Newgate, ove insubordinazione, sporcizia e depravazione eran pervenute all’ultimo grado. Si costituirono Società per visitare le prigioni ed i bastimenti che trasportavano i condannati alle Colonie penali; si fondarono dappertutto Penitenziarii per le donne, Riformatorii per i minorenni.

Gli Stati Uniti in ciò come in tante altre cose vinsero la madre patria, e mai come in questa materia non fu provata la tendenza della natura umana a procedere per azione e per reazione. La filantropia degenerava in sentimentalismo, ed i sentimentali ragiona vano così: «La colpa dell’individuo è il risultato della colpa della società, della disuguaglianza, dell’ingordigia dei capitalisti, delle guerre fatte a pro di un potente, dell’ignoranza inculcata dai preti e permessa dallo Stato. Dunque si compensi il delinquente per il male che la società l’ha condotto a fare.»

Ed ecco subito Prigioni-modello, i migliori uomini per mente e per cuore scelti a dirigerle, lavoro leggiero e piacevole provveduto e compensato, punizioni severe proibite, maestri di scuola e pastori pagati per istruire e convertire al bene i rei. L’Inghil-