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proposte fatte per le condizioni di napoli. 179


CAPITOLO QUARTO.

Carceri.


Se la miseria inaudita che trovai in Napoli mi preparava alle tristi verità rivelate dalle Statistiche delle carceri, le visite lunghe e particolareggiate a queste carceri mi han fatto quasi maravigliare che il numero de’ rei non fosse ancor più grande; tale è il contrasto fra gli agi che essi godono e lo stento dei liberi e innocenti.

Quando il filantropo Howard cominciava la sua crociata contro il sistema brutale usato nelle prigioni d’Inghilterra, era ben lontano dall’immaginare che in meno di cinquant’anni le prigioni muterebbonsi in luoghi di delizia, confrontati alle loro abituali dimore. Egli descriveva le celle che visitava, piccole, oscure, senz’aria e senza scolo, tombe di viventi. Diceva che una settimana di quelle sporche, fetide, crudeli case di tortura era peggio di un anno di qualunque altra sofferenza: terribili per il dolore inflitto, di efficacia sicura nella loro corruttela, colpendo gl’innocenti con un senso di disperazione, provocando il colpevole a delitti ancora più audaci. Il grande Beccaria viveva contemporaneo dell’Howard; ambedue nei rispettivi paesi seppero persuadere i loro concittadini che