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164 parte terza.

tieri di Napoli, perchè elleno, non mandassero i loro bambini alle Scuole comunali, non fosse altro, per tenerli fuori delle strade e dei pericoli tante ore al giorno, e tutte mi risposero che già le difficoltà di avere i certificati di nascita dal Municipio erano grandi, e che anche ottenutili, i bambini venivano respinti dalle scuole, perchè laceri e scalzi. Io qui non posso e non voglio indagare di chi sia la colpa, e se ce ne sia. I bambini stessi non amano andare alle scuole, ove i compagni li deridono e li schifano ed ove i maestri, i quali veggono che per la nessuna sorveglianza di casa quelli non fanno profitto, hanno meno cura di loro che degli altri. Forse non sarà peggiore questo stato di cose in Napoli che altrove; ma a Milano ed anche a Roma dobbiamo riconoscere i grandi sforzi falli per togliere i bambini indigenti al vizio e all’ignoranza.

E Napoli possiede una scuola-modello; e benchè fondata da una straniera, avvertiamo, con molta soddisfazione, che progredisce e sveglia simpatie. Vogliamo parlare del Giardino d’Infanzia della signora Schwabe, filantropa signora tedesca, che quando l’Italia lottava per la indipendenza assistette con mano munificente i volontarii e specialmente i feriti, ed ora all’Italia libera dedica la vita e le sostanze a migliorare la condizione sociale dell’infimo popolo napoletano. Narrare partitamente i casi di cotesta scuola occuperebbe troppo spazio, sebbene tornerebbe molto istruttivo il dimostrare l’opposizione accanita diretta e indiretta che i Clericali oppongono a qualunque tentalivo di migliorare la sorte del popolo, e come gli