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proposte fatte per le condizioni di napoli. 163

parecchi suonatori nei reggimenti; di tutti, eccettuatine due soli, si hanno notizie incoraggianti e soddisfacenti.

Unica prova, in fatto d’educazione dei poveri, onde gl’Inglesi siano finora contenti, imperocchè ancora si dibatte del come meglio, coll’istruzione, preparare quella disgraziata e numerosa classe alle battaglie della vita.

Nelle scuole addette alle Case di Ricovero si nota che i bambini rimangono mesti e disanimati come misere creature senza legame e affetti col mondo esterno.

C’erano le così dette scuole Regged o Scuole degli straccioni. Ma con la recente Legge sull’educazione esse rimangono indirettamente abolite: pessima cosa, nell’opinione mia, perchè bambini molto sporchi e laceri tolleransi difficilmente nelle scuole frequentate dai bambini del ceto civile.

Visitando le Scuole elementari napoletane, io rimasi attonita di vedere tutti i bambini e le bambine senza eccezione netti, ben pettinati, calzati. La quale cosa contrastava siffattamente coll’aspetto dei miseri ragazzi che brulicano a migliaia per le strade, che domandai a parecchie persone se esisteva una legge locale, la quale permettesse ai maestri ed alle maestre di rifiutare chi non si presenta decentemente vestito. Anzi il professore Trinchera pose in mia presenza la questione ad una delle principali Autorità scolastiche. Tutti in coro risposero di no, ma tutti ammisero che, venendo all’atto, il no mutasi in sì. Infatti interrogai centinaia di madri nei più miseri quar-