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138 parte seconda.


Dante si arresta egli pure davanti a questa colpa del suo secolo; ed accettando, come tutti i suoi con temporanei, la preponderanza della Teologia, chiede al maestro come usura offende la divina bontade. Virgilio epiloga allora con l’usata austerità il dogma sociale del Medio Evo, che non era diverso da quello di Roma pagana; riprova siccome opera non naturale ed irreligiosa il trar guadagno dai prestiti; e chiarisce il concetto in questi versi:

.... perchè l’usuriere altra via tiene,
Per sè natura e per la sua seguace
Dispregia, poichè in altro pon la spene.

Una persona che ha mezzi di assicurarsi della verità, mi fa a questo paragrafo le seguenti osservazioni:

«Quando ella parla del Monte di pietà, assicura che sia facile l’impegnare senza ricorrere ai sensali. Si disinganni. Necessità legislativa o regolamentare non ce n’è, e non ce n’è stata mai. Ma siccome i sensali sono conosciuti e forse, e senza forse, spartiscono cogl’impiegati, trovano subito accesso e sono subito sbrigati; laonde chi non ha tempo da perdere in aspettare il comodo del lento ed affaccendato impiegato, è sempre costretto moralmente a ricorrere ai sensali. E tanta è questa difficoltà d’impegnare al Monte, che a Napoli brulica un lombricaio d’impegnatori clandestini non autorizzati dalla Questura, oltre gli autorizzati che prestano a pegno coll’interesse di un soldo per lira alla settimana, e stipulano un mondo di negozii. Ed io ci ho conosciuto (ora è morto) il padre