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122 parte seconda.

tendomi amaramente. Pur troppo davanti all’alto cielo devo registrare questa mia convinzione.

» Io penso che i vecchi Spartani, i quali vi avrebbero ucciso, mostrerebbero più umanità che non faccio io. Più umanità, più virilità, più senso di ciò che la dignità domanda imperiosamente da voi, da me, da tutti. Noi chiamiamo carità, beneficenza e con altri termini questo brutale sistema, e non è che pigrizia, mancanza di cuore, ipocrisia, codardia, bassezza d’animo.

» Venite d’ora innanzi a domandarmi la polenta. La guadagnerete, se vi piace, e sappiate che sotto nessun altro patto ne avrete. Davanti alla terra, al cielo e a Dio creatore, io dichiaro che è uno scandalo di vedere tale vita mantenuta in voi col sudore e col sangue dei vostri fratelli, e se non puossi cangiar registro, la morte è da preferire. Se volete mangiare, lavorate; se devo pescare 10 milioni, voglio essere corrisposto. Lavorate, avrete il salario; rifiutate, evitate la fatica, disubbidite, io vi ammonirò e cercherò: di eccitarvi al ben fare. Se tutto è inutile, vi bastonerò, e se anche così non riescirò, vi fucilerò, e libererò la terra di Dio da esseri simili.

» Dunque, al lavoro tutti, ogni mano al lavoro|»

M’immagino il santo orrore che tale linguaggio desterà in Italia, in cui oggi sembra che la pietà e la commiserazione sia tenuta in serbo per gli oziosi, per i viziosi e per i rei. Quando fu udito in Inghilterra, essa rinnegava il suo più grande scrittore, il suo più originale pensatore. Ma poi s’avvide che egli aveva ragione, e le nuove leggi dei poveri ne sono il benefico risultato.