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la ricchezza dei poveri. 113

di Selvalonga, passarono in mano privata, senza che siasi rinvenuto modo di consultare il donatore.

La Provincia ha dunque libera la mano, e può operare senza ferire il più superstizioso adoratore della volontà dei morti.

Il Collegio di San Vincenzo Ferreri riformato, di cui parlerò, offre per la sua storia e nel suo insieme tutti gli elementi per lo studio dell’Oblatismo non solo, ma per quello dei resultati, a cui conduce il sistema di tenere in ozio le donne, dette alunne, dopo una certa età.

A tal segno erano giunti gli scandali, gl’intrighi, gli abusi di questo Pio Luogo, che dopo le informazioni prese da una Commissione d’inchiesta fu nominato un Commissario regio, che operava con grande energia.

In questo Ospizio, fondato per le orfane derelitte in sulla via pubblica, il Commissario rinvenne oblate vecchie, donne d’ogni età, e povere fanciulle sottomesse ai capricci o ai maltrattamenti delle oblate, le quali oltre i centesimi 50 che ricevevano dal luogo, lucravano sul lavoro delle fanciulle obbligate di cucire guanti dalla mattina alla sera, ed a cui nemmeno si permetteva di frequentare le due classi elementari aperte nel 1862. Il Commissario cominciò a separare le fanciulle dalle vecchie, ad aprire scuole di lettere, di disegno e di canto; nominò una Direttrice, e ristrinse le vecchie alunne al piano superiore, stabilendo un refettorio comune, un vestire decente, e un po’ di disciplina fra le alunne.

Le oblate misero la rivoluzione in casa; tali fu-