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92 materia e radiazione


d’Einstein, e i matematici si contentavano d’aspettare qualche cosa per decidere fra i due. Ma l’opera di Lemaître adesso dimostra che i due concetti non sono l’uno contrario dell’altro, ma l’uno complementare dell’altro. Così l’universo instabile d’Einstein si espande, la materia in lui si disperde sempre più finchè tende ad un universo vuoto del genere immaginato da de Sitter. Gli universi d’Einstein e di de Sitter possono, a ragion veduta, essere pensati come posti ai due capi d’una catena, ma noi andremo troppo in là, se li immaginiamo occupati a una specie di gioco del tiro alla fune. Essi semplicemente segnano i limiti di possibili universi e un universo che parte da un punto vicino ad una capo della catena (Einstein) deve gradualmente scivolare lungo la catena sino all’altro capo (De Sitter). Se il nostro universo è costruito su queste linee, la questione che si pone davanti a noi non è a quale capo della catena esso sia, ma come questo abbia proceduto lungo la catena.

I due universi ideali ai due capi della catena sono simili in questo: che gli oggetti in essi debbono o precipitarsi l’uno contro l’altro o sfuggirsi. Questo, dunque, non è vero solo agli estremi della catena, ma è vero sempre. Se l’universo è costruito in accordo col principio di relatività, come è molto probabilmente vero, allora gli oggetti debbono od allontanarsi o precipitarsi l’uno sull’altro.

Queste conclusioni sono di grande interesse, per-