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74 | materia e radiazione |
Con l’andar del tempo, la chimica ha mostrato che gli «atomi di Lucrezio» non hanno nessun diritto al loro nome (ἀ-τέμνειν, non suscettibile di esser tagliato). S’è provato che sono tutt’altro che «indivisibili» e quindi furon chiamati, d’allora in poi, «molecole» riservando il nome atomo alle unità più piccole, in cui una molecola può essere spezzata. Vi sono maniere diverse di spezzare le molecole, e di riaggruppare i loro atomi. Può bastare la semplice contiguità con altre molecole, come per esempio, quando il ferro irrugginisce, o un acido è versato sul metallo.
Le molecole si possono spezzare sia riscaldandole, sia facendole esplodere, o facendovi cader su la luce. Per esempio, se una bottiglia di perossido d’idrogeno rimane sotto l’azione della luce, il semplice passaggio della luce attraverso il liquido spezza ogni molecola di perossido d’idrogeno (H2O2) in una molecola d’acqua (H2O) e in un atomo di idrogeno (H). Se noi sturiamo la bottiglia, noi dovremo sentire un gorgoglío causato dallo sfuggire del gas ossigeno, e troveremo che il perossido si è trasformato in acqua.
Molecole di bromuro d’argento sono formate con l’azione della luce, e questo cambiamento è la base della fotografia.
Prima della fine del secolo decimottavo Lavoisier credette d’aver dimostrato che il peso totale della materia rimaneva inalterato attraverso tutti i cambiamenti chimici che egli poteva provocare. Più tardi