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nelle acque profonde 203


futuro della corrente, o sulla direzione in cui giace la realtà: egli sa dalla sua propria esperienza che il fiume non solamente è molto largo, ma fa molti giri e, dopo alcune delusioni, egli rinuncia al pensiero d’essere ad ogni svolta, all’ultimo, in presenza del

mormorio e odore dell’oceano infinito.


Con questa cautela mentale, sembra assicurato, almeno, che il fiume della conoscenza ha fatto un netto giro negli ultimi pochi anni. Trenta anni fa, noi pensavamo, o facevamo l’ipotesi, che si procedesse verso una realtà d’indole meccanica. Essa sembrava consistere di salti casuali di atomi, che erano destinati a fare danze senza significato per un certo tempo sotto l’azione di forze cieche, e dopo ricader giù per fare un mondo morto.

In questo mondo interamente meccanico, tra il giuoco delle stesse forze cieche, la vita sarebbe venuta per caso. Un piccolo frammento, e possibilmente diversi piccoli frammenti di questo universo di atomi avrebbero avuto in sorte di diventare coscienti per un certo tempo, ma sarebbero stati alla fine destinati, sempre sotto l’azione di cieche forze meccaniche, a gelarsi e lasciare di nuovo il mondo senza vita.

Oggi si è generalmente d’accordo, e nel campo dei fisici quest’accordo raggiunge l’unanimità, che la corrente della conoscenza ci conduca innanzi a una realtà non meccanica; l’universo diventa molto più simile a