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200 | nelle acque profonde |
stringe a pensare il creatore operante fuori dello spazio e del tempo, che sono parti della sua creazione, proprio come l’artista è al di là della sua tela. «Non in tempore, sed cum tempore, finxit Deus mundum». Infatti la dottrina risale sino a Platone:
«Il tempo e i cieli sorsero nello stesso istante, in maniera che se debbono dopo dissolversi, dovranno dissolversi insieme. Tale era la mente e il pensiero di Dio nella creazione del tempo».
E tuttavia, per il poco che comprendiamo della natura del tempo, possiamo forse paragonare la totalità del tempo all’atto della creazione, cioè la materializzazione dello spirito.
Può essere obiettato che tutto il nostro argomento è basato sull’ipotesi che l’attuale interpretazione matematica del mondo fisico è in qualche modo unica, e dovrebbe così dimostrarsi definitiva. Per riprendere la nostra metafora, può dirsi che descrivere la realtà come un giuoco di scacchi può essere solo una finzione conveniente; altre potrebbero descrivere il movimento delle ombre altrettanto bene. La risposta è che, per quanto è proceduta sino ora la nostra conoscenza, altre finzioni non potrebbero descriverlo così adeguatamente, così completamente, così semplicemente.
L’uomo che non sa giocare a scacchi dice: «Un pezzo di legno bianco, lavorato in modo da sem-