sua descrizione matematica; purchè non vi siano imperfezioni in questa, la nostra conoscenza del fenomeno è completa. Noi andiamo al di là d’una formola matematica a nostro rischio e pericolo; noi possiamo trovare un modello o un’immagine che ci aiuti a comprenderla, ma non abbiamo nessun diritto di pretendere una cosa simile, e il nostro insuccesso nel trovare un modello o una immagine non indica necessariamente che il nostro ragionamento o la nostra conoscenza siano sbagliati. Il creare modelli e pitture per spiegare formole matematiche e i fenomeni che esse descrivono, non è un passo in avanti, ma piuttosto indica un allontanarsi dalla realtà; è lo stesso come creare immagini scolpite di uno spirito. Ed è irragionevole aspettarsi che questi vari modelli siano conciliabili con un altro, come se ci si attendesse che le statue di Mercurio, rappresentanti il dio nelle sue varie attività — come messaggero, araldo, musico e così via — si rassomiglino. Alcuni dicono che Mercurio è il vento; se è così, tutti i suoi attributi sono contenuti nella sua descrizione matematica, che non è nè più nè meno che l’equazione di moto di un fluido compressibile. Il matematico conoscerà il modo di ritrarre fuori i differenti aspetti di questa equazione, che rappresenta la trasmissione e l’annunciazione di messaggi, la creazione di suoni musicali, il soffio che porta via le nostre carte, e così via. Egli difficilmente avrà bisogno delle statue di Mercurio per