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190 nelle acque profonde


la loro obiettività sorge dalla loro esistenza nella «mente di uno Spirito Eterno». Questo può suggerire che noi ci siamo proposti di scardinare completamente il realismo, e di porre un idealismo assoluto al suo posto. Tuttavia questo, io penso, sarebbe una definizione troppo affrettata della situazione. Se fosse vero che la «reale essenza delle sostanze» è al di là della nostra conoscenza, allora la linea di demarcazione tra idealismo e realismo diventerebbe molto confusa; sarebbe poco più d’un relitto d’una età passata, in cui la realtà si identificava con un meccanismo.

La realtà obbiettiva esiste, perchè certe cose influiscono allo stesso modo sulla mia e sulla vostra coscienza; ma, assumendo qualcosa, noi non abbiamo diritto di presumere di chiamarla «reale» o «ideale». La vera definizione è, io penso, «matematica» se noi ci accordiamo di designare così la totalità del pensiero puro, e non semplicemente gli studi del matematico per professione. Una tale definizione non deve implicare niente su quello che le cose sono, nella loro ultima essenza, ma semplicemente qualcosa del modo in cui si comportano.

La definizione non è stata scelta da noi per relegare la materia nella categoria delle allucinazioni o dei sogni. L’universo materiale rimane così sostanziale come già lo era; e questa affermazione deve, io penso, rimaner vera attraverso tutti i mutamenti del pensiero filosofico o scientifico.