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186 nelle acque profonde


senza della sostanza» è per sempre inconoscibile, non importa se il cotillon è danzato in un ballo nella vita reale, o su di uno schermo cinematografico, o in una novella di Boccaccio. Se tutto questo è così, allora l’universo può essere meglio rappresentato, sebbene molto imperfettamente ed inadeguatamente, come risultante di pensiero puro, il pensiero di quello che noi possiamo descrivere, mancando d’una parola più ampia, come un matematico pensatore.

E così siamo condotti nel cuore del problema della relazione tra spirito e materia. Perturbazioni sugli atomi del lontano Sole lo costringono ad emettere luce e calore. Dopo aver «viaggiato attraverso l’etere» per otto minuti, alcune di queste radiazioni possono cadere sui nostri occhi, causando nella retina un disturbo, che attraverso il nervo ottico, arriva al cervello. Qui è percepito, come una sensazione, dallo spirito; ciò mette in azione i nostri pensieri e ne risultano, permettetemi l’espressione, pensieri poetici sul tramonto del sole. Qui vi è una catena continua A, B, C, D... X, Y, Z che connette A il pensiero poetico — attraverso B lo spirito pensante, C il cervello, D il nervo ottico, e così via — con Z la perturbazione atomica nel sole. Il pensiero A dipende dalla perturbazione lontana Z, appunto come il suono del campanello elettrico dal premere un lontano bottone. Noi possiamo intendere perchè, premendo un bottone materiale, si produca il suono del campanello,