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184 nelle acque profonde


con il pensiero puro. Le sue creazioni non sono solamente create dal pensiero ma constano di pensiero, proprio come le creazioni d’un meccanico sono macchine. E i concetti che adesso si dimostrano fondamentali per la comprensione della natura — uno spazio che è finito; uno spazio che è vuoto, così che un punto differisce da un altro solamente per le proprietà dello spazio stesso; spazi a quattro, a sette o a più dimensioni; uno spazio che non cessa mai di dilatarsi; una serie di eventi che segue la legge di probabilità in luogo della legge di causalità, o, altra possibilità, una serie di eventi che può pienamente e logicamente essere descritta solo uscendo fuori del tempo e dello spazio, — tutti questi concetti mi sembrano oggetti di pensiero puro, incapaci di realizzarsi in un senso che possa propriamente definirsi materiale.

Per esempio, qualcuno che ha scritto o ha parlato in pubblico sullo spazio che è finito, è abituato all’obiezione che il concetto di uno spazio finito si contraddice da sè e non ha senso. Se lo spazio è finito, i nostri critici dicono, deve esser possibile andare al di là di questo spazio finito, e che cosa possiamo trovare se non altro spazio, e così ad infinitum? — il che prova che lo spazio non può essere finito.

E anche, essi dicono, se lo spazio si dilata, dove può dilatarsi, se non vi è altro spazio? — il che di nuovo prova che se si dilata, esso può esser solo parte dello spazio, così che la totalità dello spazio non