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nelle acque profonde | 179 |
quel che altrimenti sarebbe illimitato e che egli ha affermato che Dio ha costruito l’universo sulla base dei cinque solidi regolari; egli credeva che le particelle di terra, aria, fuoco e acqua avessero la figura di cubi, ottaedri, tetraedri e icosaedri, mentre l’universo stesso avesse la figura del dodecaedro. A questo si può forse aggiungere la credenza di Platone che le distanze del sole, della luna e dei pianeti fossero «nella proporzione degli intervalli doppi», con che egli significava la sequenza di numeri interi, che son delle potenze di 2 e di 3, cioè 1, 2, 3, 4, 9, 27.
Se alcuna di queste considerazioni conserva una parte di validità anche oggi, è la prima, che l’universo della teoria della relatività è finito appunto perchè è geometrico. Ma l’idea che i quattro elementi e l’universo fossero in qualche modo in rapporto con i cinque solidi regolari era puramente una fantasia, e le vere distanze del sole, luna e pianeti non hanno relazione alcuna con i numeri di Platone.
Duemila anni dopo Platone, Keplero spese molto tempo e fatiche nel tentare di trovare una relazione tra le dimensioni delle orbite planetarie e gli intervalli musicali o le costruzioni geometriche; forse anche lui sperava di scoprire che le orbite fossero state disposte da un musicista o da un geometra. Per un momento egli credette aver trovato che i rapporti delle orbite fossero in relazione con i cinque solidi regolari. Se questo presunto fatto era stato già intui-