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nelle acque profonde 167


far rientrare tutta la natura nel loro quadro a due dimensioni, essi non riescirebbero a scoprire un determinismo nella distribuzione di punti asciutti e punti bagnati; i vermi-scienziati sarebbero soltanto capaci di discutere l’esser asciutto o bagnato in termini di probabilità, che essi sarebbero tentati di trattare come l’ultima verità.

Sebbene il tempo non sia ancora maturo per una decisione, questa sembra a me, personalmente, la più promettente interpretazione della situazione. Come l’ombra su di una parete forma la proiezione a due dimensioni di una realtà a tre dimensioni, così i fenomeni del continuo spazio-temporale sono la proiezione a quattro dimensioni di una realtà che occupa più di quattro dimensioni, così che gli eventi nel tempo e nello spazio diventano

«niente altro che una mobile fila
di magiche forme d’ombra che vanno e vengono».

Può darsi che si faccia l’obiezione che noi abbiamo prestata troppo attenzione alla meccanica delle onde, che dopo tutto è solamente una rappresentazione matematica, quando probabilmente innumerevoli altre rappresentazioni possono servire egualmente, e condurre a conclusioni interamente differenti.

Ed è vero che lo schema ondulatorio non può pretendere d’essere l’unico. Altri sistemi sono in cam-