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nelle acque profonde 165


troni individualmente si muovono come particelle e ritengono perciò la loro identità.

Tutto questo è d’accordo col «principio d’incertezza» di Heisenberg, secondo il quale è impossibile dire: «un elettrone è qui, a questo punto preciso, e si muove precisamente a tante miglia all’ora»; noi possiamo soltanto parlare in termini di probabilità.

Ciò è anche in armonia con il principio generale formulato da Dirac, che è stato già spiegato (pagina 50). Tuttavia questi due principi soltanto, non sono sufficienti a specificare la piena natura delle onde di elettroni.

Heisenberg e Bohr hanno suggerito che queste onde debbano essere considerate puramente come un tipo di rappresentazione simbolica della nostra conoscenza quanto al probabile stato e alla probabile posizione dell’elettrone.

Se è così, esse cambiano come le nostre conoscenze cambiano, e in tal modo divengono largamente soggettive. Così noi non abbiamo bisogno di pensare con difficoltà a onde nello spazio e nel tempo; esse sono pure visualizzazioni di una formola matematica di natura ondulatoria, ma totalmente astratta.

Una possibilità più drastica ancora, sorgente da un’ipotesi fatta da Bohr, è che i più minuti fenomeni naturali non devono ammettere alcuna rappresentazione spazio-temporale. Con questo modo di vedere