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nelle acque profonde | 161 |
Noi abbiamo visto che l’etere, che si supponeva un tempo riempire l’universo, è stato ridotto a un’astrazione, o un’intelaiatura di spazio vuoto, consistente in nient’altro che nelle dimensioni spaziali della bolla di sapone. Le onde che un tempo si supponeva traversassero questo etere sono ridotte a poco più di una astrazione: esse sono le pieghe d’una sezione trasversale della bolla con il tempo.
Questa qualità d’astrattezza, di quelle che furono un tempo riguardate come «onde eteree» materiali, ricorre in forma più acuta, se ci rivolgiamo al sistema di onde che competono ad un elettrone. L’«etere» — termine che noi troviamo conveniente per spiegare l’ordinaria radiazione, per esempio la luce solare — ha tre dimensioni nello spazio, oltre la sua dimensione nel tempo. Per quel che riguarda l’etere in cui noi descriviamo le onde d’un singolo elettrone isolato nello spazio, esso può, o no essere lo stesso etere di prima, ma gli somiglia perchè ha tre dimensioni spaziali e una temporale. Ma un singolo elettrone isolato nello spazio fornisce un universo senza eventi, perchè il più semplice avvenimento concepibile si ha quando due elettroni urtano insieme. E per descrivere, nei termini più semplici, quel che succede se due elettroni si urtano, la meccanica ondulatoria richiede un sistema di onde in un etere a sette dimensioni; sei spaziali, tre per ciascuno d’ogni elettrone, e una temporale.