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146 la relatività e l'etere


punto intervenga con un’obiezione; egli parlerà pressappoco così:

Fisico. La luce del sole fuori, all’aperto, rappresenta un’energia che è stata generata nel sole. Otto minuti fa era nel sole; ora è qui. Di conseguenza deve essere venuta dal sole, e così deve essersi propagata per lo spazio che c’è tra il sole e noi. Mi sembra, allora, che l’energia deve propagarsi attraverso lo spazio.

Matematico. Poniamo la questione sin da principio nel modo più preciso possibile. Fissiamo la nostra attenzione su una definita particella di luce solare, per esempio quella che cade sul mio libro nello spazio d’un secondo quando io seggo fuori alla piena luce del sole. Questa, voi dite, era nel sole otto minuti fa. Quattro minuti fa era, io suppongo, fuori nello spazio, a mezza via tra noi e il sole. Due minuti fa era a tre quarti di cammino verso di noi?

Fisico. Sì; ed è questo quel che io dico propagarsi per lo spazio; l’energia si muove da un punto all’altro dello spazio.

Matematico. I vostri concetti implicano che ad un dato istante due punti differenti dello spazio sono occupati da quantità diverse d’energia. Se fosse così, sarebbe possibile, naturalmente, di calcolare o misurare quanto essa sia in un dato posto, a un dato istante. Se assumete che il sole è in riposo nell’etere, e che