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leggenda della invenz. della croce 23

Cristo, e tu, contrastandoti io, hai ritrovata la croce sua: abbo1 guadagnato per colui molte anime; e per te perdo quelle che io avea guadagnate. per colui regnava io nel popolo; e per te sono cacciato del regno. Ma io te ne renderò bene cambio, e leverò contra te un altro re, lo quale con tormenti ti constrignerà a negare lo Crocifisso. E quello disse lo diavolo di Giuliano appostata imperadore, lo quale uccise poi Giuda con molti tormenti, e fecelo martire di Cristo. Ma Giuda udendo gridare lo diavolo, e dicere quelle parole, non ebbe paura; ma arditamente lo maladiceva, dicendo: Cristo ti mandi nello abisso del fuoco eternale. E dopo questo fatto, Giuda si fece battezzare, e fue chiamato Quiriaco. E morto lo Vescovo di Ierusalem fue egli fatto Vescovo di Ierusalem. Ma Santa Elena, non avendo li chiavelli di Cristo, pregò lo Vescovo Quiriaco che procurasse di trovarli. Et egli andòe al luogo di Calvaria, e fece divotamente orazione a Dio. Et incontanente li chiavelli, come fossero d’oro chiarissimo, risplenderono e apparirono in terra. e Quiriaco li tolse e portògli a Santa Elena. ed ella puose in terra le ginocchia, e chinato il capo, sì gli ricevette con molta devozione. Poi tolse una parte della Croce, e recolla al figliuolo, e l’altra parte, coperta d’argento, lasciò in Ierusalem, e li chiavelli, con li quali fue confitto lo corpo santissimo di Cristo, portò al figliuolo. Dice Grigorio Vescovo di Turona, che quattro chiavelli fuorono2 confitti nel corpo di Cristo, delli quali Elena mise due nel freno del figliuolo imperadore: e ’l terzo mise nella imagine di Costantino, la quale è posta ad alti3 a Roma; e ’l quarto gittò nel mare

  1. Cioè ho. Abbo, assai frequente ne’ più antichi, l’usò anche Dante Inf. 15. 86. E quant’io l’abbo in grado, mentr’io vivo, Convien, che nella lingua mia si scerna.
  2. Vedi la nota 2. a facc. 9.
  3. Cioè in alto. I nostri Antichi costumarono talora di terminare in I nel singolare molti nomi che noi terminiamo sempre in O. Così nella Leggenda dell’Ascensione pag. 1. abbiamo Uliveti, per Uliveto; e in questa medesima Leggenda alla pagina 17 Libani, per Libano. Così in altre Scritture tardi add. per tardo; falli, per fallo; ec. E di alti, per alto le Prediche di Fr. Giordano ne son piene. Non è mancato chi ha creduto essere avvenuto il simile della voce Guado, e ne ha allegato in prova i seguenti esempi. Serd. Stor. 2. 83. Egli per non perdere una tanta opportunità invano, vi mise tutte le forze; e non potendo omai Naramuino sostener l’impeto, passò l’esercito, le bagaglie, e l’artiglieríe parte con barchette e parte a guadi. E 88. Ma il Zamorino.... tentò primieramente di varcare Repellino e a guadi per terra e sopra barche messe insieme in lunghe schiere. Ma, con sua buona pace, questi esempi non sono testimoni validi, dovendosi ivi leggere (e il contesto lo dice aperto) a’ guadi, e