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leggenda della invenz. della croce 21

padre mio, se li nostri antichi padri seppono1 certamente ch’elli era Figliuolo di Dio, perchè ’l crocifissono? Ed egli mi disse: Dio, lo sa, ch’io non mi raunai mai in loro consiglio; anzi contradissi loro spesse fiate. Onde imperciò ch’elli riprendea li vizii delli Farisei, perciò lo fecero crucifiggere. Ed egli risucitò nel terzo dìe, e andòe in cielo, vedendolo tutti li Apostoli suoi. E ’l tuo fratello Stefano credette in lui, cui li Giudei istolti lapidarono. dunque, figliuolo mio, guardati che tue non bestemmi nè lui nè li suoi discepoli. E li Giudei dissono a Giuda: Noi non udimmo mai queste cose che tue hai ora dette; ma guarda che tu non confessi alla reina dove sia la Croce, s’ella ce ne domanderà del luogo, ove fue crucifisso. Ed essendo li Giudei davante alla reina, e domandandoli ella del luogo, ove Cristo fue crucifisso2, e non volendo rispondere la veritade, comandò che fossero arsi. Egli3 temendo diedolle4 Giuda, e dissono: Questi è figliuolo di profeta, e di giusto uomo, e sa bene la legge, e dicerà ciò che voi volete. Allora ella, licenziando tutti, sostenne Giuda, e disse5: La morte e la vita ti sono apparecchiate. prendi qual vuogli più tosto. Mostrami lo luogo c’ha nome Calvaria, ove fue crucifisso Cristo, acciò ch’io possa ritrovare la sua Croce. E Giuda disse: Come posso io sapere lo luogo, che sono già passati CC anni, e io non era nato? Ed ella disse: Per Cristo crucifisso, io ti farò perire di fame, se tu non mi dicerai la veritade. E incontanente lo fece mettere in uno pozzo secco, e stare

    seconda voce dell’imperativo, sono desinenze dismesse, ma primitive, e non infrequenti negli antichi, tutto che la seconda non sia avvertita dal Mastrofini. Della prima eccone esempio in Dante Inf. 35 10. Io non so chi tu sie. E dell’altra nei Poet. 1.° sec. 2. 491. E se gravato sie d’infertà rea, Sol ch’hai farneticato, sappie, intendo. E nella Vita di S. Margh. 148. E sì mi piace tua bellezza, Che sappie bene, ch’io n’ho gramezza.

  1. Antica desinenza per seppero usata anche dall’Ariosto Fur. 13. 92. Non vi seppon però far resistenza. La desinenza in ono, in luogo di quella in ero, nelle terze persone plurali del perfetto dell’indicativo dei verbi della seconda coniugazione, era molto in uso appo gli Antichi; onde leggiamo qui appresso crocifissono, dissono e a pag. 7. ebbono.
  2. Le parole in corsivo, mancanti al codice, si sono aggiunte colla scorta del latino, che dice: Cum ergo illi ante reginam stetissent, et illa interrogasset eos de loco ubi fuerit Dominus crucifixus.
  3. Egli, per eglino nel plurale, l’usò anche Dante Purg. 2. 127. Se cosa appare, ond’egli abbian paura, Subitamente lasciano star l’esca.
  4. Cioè diedonle. Vedi la nota 3. a facc. 17.
  5. Le parole in corsivo mancano al codice, che ha: Allora ella temendo. Il latino dice così: Tunc illa omnes dimittens tenuit Iudam, cui dixit.