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leggenda dello spirito santo 9

avere, ma ciò c’aveano, divideano tra li poveri. Ancora fue mandato in lingue di fuoco: e fue in questo modo mandato, acciò che favellassero gli Appostoli, e dicessero1 parole accese, e predicassero la legge del fuoco, cioè dell’amore, e della caritade. Ancora le lingue apparirono sedendo, a significare che alli segnori e alli giudici, li quali quando sentenziano seggono, è necessario e bisogno loro d’avere lo Spirito Santo, a conoscere ogne veritade. Onde lo Spirito Santo dàe autoritade a perdonare il peccato. Onde dice Santo Giovanni Evangelista: Accipite Spiritum Sanctum, et quorum remiseritis peccata, remittuntur eis. Ricevete lo Spirito Santo, e a cui voi perdonerete li peccati, saranno perdonati. Ancora dà lo Spirito Santo sapienzia a giudicare, e mansuetudine a sopportare. Quanto alla sesta questione, cioè in cui fue mandato lo Spirito Santo; dovemo sapere che fue mandato nelli Appostoli e nelli discepoli; imperciò che fuoro2 vaselli mondi e apparecchiati di ricevere lo Spirito Santo per sei condizioni, che aveano in sè. La prima era, che furono riposati nell’animo. Onde dice Isaia Profeta in persona di Dio Padre: Super quem requiescet Spiritus meus, nisi super humilem et quietum? Sopra cui si riposerà lo Spirito mio, se non sopra colui ch’è umile e riposato? La seconda condizione degli Appostoli, che fuoro per amore congiunti. Onde dice nel libro delli Atti degli Appostoli: Erat eis cor unum, et anima una. Erano d’uno cuore, e d’una volontade. Onde secondo che lo spirito dell’uomo non dà vita alle membra, se non sono insieme unite nel corpo; così lo Spirito Santo non dà vita, se non a quelli che sono in uno animo: e secondo che ’l fuoco si spegne dividendo le legna, così lo Spirito tra coloro si spegne, che sono in discordia. Onde si canta degli Appostoli: Invenit eos concordes charitate. Lo Spirito Santo trovòe li Appostoli in concordia di caritade. La terza, ch’erano in luogo secreto; e questo si dimostra quando dice: Erant in eodem loco. Erano in quello medesimo luogo, cioè nel cenaculo3, ove si raccoglievano insieme. Onde dice Osee4 Profeta in


  1. e profferessono. St.
  2. Fuoro, per furo, o foro, oggi furono, si trova assai spesso negli Antichi, e resto come il Mastrofini lo riponga fra gli incerti, od erronei, e non faccia luogo a fuorono pure per furono, che vedremo nella pagina seguente, ed a pag. 10, e 12.
  3. cenacolo. St. La voce cenaculo, sull’autorità di questo esempio, fu recata nel Vocabolario ristampato in Venezia dal Pitteri nel 1763.
  4. Così ha il Codice: la stampa ha Osea. Ma avendo gli Antichi avuto in costume di terminare talora in E molti nomi che poi nei tempi a noi più vicini si terminarono sempre in A; e detto, a cagion d’esempio, Totile, per Totila; e Attile, per Attila; potrebbero aver detto anche Osee, per Osea.

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