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leggenda dell’ascen. di cristo 5

maggiore conoscimento di Dio. Onde dice Cristo: Si diligeretis me, gauderetis utique, quia vado ad Patrem. Sopra questa parola dice Santo Agostino così: Imperciò volle portare via da noi la forma del servo, acciò che noi vedessimo spiritualmente Iddio. La terza, è lo merito della fede. Onde dice Santo Agostino: Cristo si partì da noi, e andòe in cielo, acciò che torniamo a noi1, tornando al cuore nostro, e troviamo lui. La quarta, è la nostra securitade. Onde egli andòe in cielo, per essere nostro avvocato davante al Padre. molto potemo2 essere sicuri, quando avemo3 cotale avvocato. La quinta, è la nostra grandissima dignitade. Non è grandissima dignitade a noi, quando la nostra natura è esaltata infino al lato ritto del Padre onnipotente Iddio? La sesta, è fermezza della nostra speranza. Onde dice Santo Paolo Apostolo: Noi avendo lo grande Pontefice Gesù Cristo figliuolo di Dio davante al Padre, lo quale è passato in cielo, tegnamo4 salda la confessione della nostra speranza. La settima, è lo dimostramento della via. Onde dice Santo Agostino: Lo Salvatore è fatto nostra via: dunque leviamoci suso, e andiamo dopo lui. L’ottava, è l’aprimento della porta celestiale: onde canta la santa Ecclesia: Tu, devicto morti saculeoFonte/commento: dal Te Deum, Aperuisti credentibus regna Coelorum. Tu, Cristo, avendo superato e vinto lo tormento della morte, apristi lo reame del cielo a coloro, che credono in te. La nona, è apparecchiamento del luogo: onde dice Cristo: Vado parare vobis locum. Io voe in cielo ad apparecchiare a voi lo luogo in vita eterna. Amen.



  1. torniamo a lui. St.
  2. Vedi la nota 1. a facc. 1. Del resto potemo l’usò anche il divino Poeta quando disse Inf. 9. 33. U’ non potemo entrar omai senz’ira.
  3. Vedi la nota suddetta. Anche avemo fu usato dall’Alighieri Inf. 28. 40. Quando avem volta la dolente strada. E dal Petr. cap. 11. Tutti avemo a cercar altri paesi.
  4. tegnamo, per teniamo, è voce, al dir del Mastrofini, poco naturale; pure se ne hanno varii esempi negli Antichi, come di tegna, per tenga: e noi nella Leggenda di S. Gio. Battista facc. 14. leggeremo tegne, per tegna, uscita anch’essa dismessa affatto, ma non erronea; e appresso pertegnono, per pertengono.