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alcuno, nè per suppliche che si facciano, ardisca mai di promuovere alcuno ai sacri ordini, se il tenore della vita e delle azioni sue non ne lo dimostri degno1. Quanto maturamente deve riflettere prima di affidare le opere dell’apostolato ai sacerdoti novelli! Se non siano debitamente provati sotto vigile custodia di sacerdoti più prudenti, se non consti nel modo più aperto della loro onestà di vita, del loro affetto per gli esercizî spirituali, della pronta loro volontà di seguire obbedienti le norme tutte di azione, o suggerite dalla consuetudine ecclesiastica, o comprovate dalla diuturna esperienza, od imposte da coloro che lo Spirito Santo pose vescovi a reggere la Chiesa di Dio2, eserciteranno il ministero sacerdotale, non già in salute, ma in rovina del popolo cristiano. Perocchè susciteranno discordie, provocheranno più o meno tacite ribellioni, offrendo al mondo il triste spettacolo di una quasi divisione d’animi tra noi, mentre in verità questi fatti deplorabili non sono altro che orgoglio ed indisciplinatezza di alcuni pochi. Oh, siano al tutto rimossi da ogni officio gli eccitatori della discordia. Di tali apostoli la Chiesa non ha bisogno; non sono apostoli di Gesù Cristo Crocifisso, ma di se stessi.


Ci par di vedere tuttavia presente al Nostro sguardo il santo Pontefice Gregorio nel Concistoro del Laterano,

  1. Registr. v, 63 (58) ad universos episcopos per Hellad.
  2. Act. xx, 28.