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anime, se gli apostoli della verità, combattono coi costumi, quel che predicano con le parole?1 — Davvero non può togliere i delitti altrui, chi ne va guastato2.
Imagine del vero sacerdote, com’egli lo intende e descrive, è colui, che morendo a tutte le passioni della carne già vive spiritualmente; che le prosperità del mondo ha posposto; che punto non teme le avversità; che brama soltanto le cose interne; che non s’induce a desiderare l’altrui, ma è largo del proprio; che tutto viscere di pietà inclina al perdono, ma nel perdono non mai devia più di quel che convenga dall’apice della rettitudine; che non mai commette cose illecite, ma le cose illecite altrui deplora come sue proprie; che con ogni affetto del cuore compatisce l’altrui debolezza, e della prosperità del prossimo si allieta, come del suo proprio profitto; che in ogni cosa sua così si rende modello agli altri, da non avere onde arrossire, per lo meno circa le azioni esterne; che si studia di vivere per modo, che possa eziandio irrigare gli aridi cuori del prossimo con le acque della dottrina; che per l’uso dell’orazione e per la propria esperienza conosce già di poter ottenere dal Signore quel che domanda3.
Quanto dunque, o Venerabili Fratelli, ha da pensare il vescovo seriamente seco stesso e innanzi a Dio, prima di imporre le mani ai novelli leviti! Nè per grazia di
- ↑ Reg. past. i, 2.
- ↑ Ibid. i, 11.
- ↑ Ibid. i, 10.