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Alessandria e di Antiochia: Quando, si tratti dei diritti della Chiesa universa, dobbiamo dimostrare eziandio con la morte, che per amore di qualche nostro particolare interesse, nulla vogliamo che torni a danno del bene comune1. E all’imperatore Maurizio: Chi per vana ostentazione di gloria levi la sua cervice contro Dio onnipotente e contro gli statuti dei Padri, non piegherà a sè la mia cervice, neppure col taglio delle spade, com’io confido nello stesso Dio onnipotente2. Ed al diacono Sabiniano: Sono pronto a morire, anzichè permettere che a’ miei giorni la Chiesa degeneri. E tu ben conosci le mie abitudini, ch’io sopporto a lungo; ma se io poi mi decida di non sopportare più oltre, vo’ incontro ai pericoli con animo lieto3.

Tali erano le massime fondamentali che andava annunziando il Pontefice Gregorio, ed era ascoltato. Così nella docilità dei principi e dei popoli alla sua parola il mondo riconquistava la salute vera e si rimetteva nella via della civiltà, tanto più nobile e feconda di beni, quanto meglio era fondata sui dettami inconcussi della ragione e della disciplina morale e traeva ogni forza dalla verità divinamente rilevata e dalle massime del Vangelo.


Ma allora i popoli, sebbene rozzi, ignoranti, privi ancora d’ogni civiltà, erano però avidi di vita. Nessuno

  1. Registr. v, 41 (43).
  2. Ibid. v, 37 (20).
  3. Ibid. v, 6 (iv, 47).