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caduti per decrepitezza, o colpiti dai fulmini, hanno percosso e stroncato altri loro compagni, menando guasti e rovine all’intorno? Sono stupende le foreste di larici e di abeti nella Svizzera, ma anche queste boscaglie di faggi sulle montagne d’Italia sono pure stupende! — Un poco distante dal viottolo della faggeta avvi una grande apertura profondissima situata al cominciare d’una prateria circondata da altissimi alberi; affacciandosi dalla parte di ponente, l’aria anche troppo fredda come di cantina, viene a refrigerare l’ardore del volto; dalla parte di levante emana tiepida come se uscisse dalla bocca di un forno quando ne è stato tolto il pane; è detta Buca dei Gracchi, e quegli alpigiani dicono che sia in comunicazione col Forno di Massa, narrando di un capretto e di uno zufilo caduti in quella voragine e ritrovati nel Frigido, fiume sul Massese, ed aggiungono anche una leggenda. Usciti dalla foresta si sale su per piccoli prati ad un ripiano alla base del Pizzo maggiore: una polla d’acqua freschissima scaturisce da un mucchio di massi in una prateria; poco lontano, verso est, è la capanna di certi pastori che vanno a passare la state su quelle pendici colle loro mandre di pecore e capre.
Non consigliamo nessuno a dormire colà, se non vuol passare una notte di continua battaglia. — L’Alpinista, che volesse essere all’alba sulla vetta del Pisanino e non gli garbasse di far l’ascensione tutta d’un fiato da Gramolazzo o da Corfigliano, può venirsene a questo ripiano la sera, e, acceso un buon fuoco, ravvoltolato in coperte di lana, dormire sull’erba soffice, a cielo scoperto, o sotto la sua tenda.