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alle Capanne di Pisanino, e di qui per la cresta dirupata, ripida, stretta, salire alla cima di esso detta Pizzo Maggiore e discendere poi per il versante orientale dal lato detto il Trattore e venire a Corfigliano, o tornare a Gramolazzo; l’altra raggiungendo le praterie sotto il Trattore, ascendere da questa parte e venirsene all’Alpe di Pisanino per il crinale rammentato di sopra, e quindi a Gramolazzo. — La prima, se potrà esser meno faticosa e pericolosa nell’ascensione, toglie il suo bello alla veduta, perchè giunti alla cima il panorama non vi fa più impressione, avendolo goduto a grado a grado nel salire; la seconda, vi offre uno spettacolo inaspettato del Tirreno, di abissi profondi, di roccie immani, di foreste bellissime, di lontani orizzonti; ma la discesa all’Alpe di Pisanino per la cresta presenta pericoli, cui tutti non possono affrontare e vincere. — Noi diamo la preferenza a questa: e l’alpinista al quale non garbi avventurarsi a discendere per il crinale, potrà tornarsene per il Trattore alle sottoposte praterie, e poi salire al Pisanino per un viottolo faticosissimo che si trova al cominciare d’una faggeta verso il nord, appena lasciate le praterie già menzionate. — Da Gramolazzo è necessario partire a mezzanotte per godere dal Pizzo maggiore di Pisanino del levare del sole, ed esser più sicuri d’avere un orizzonte limpido e sereno. — Si sale per un viottolo non molto ripido, passando ora per selve di superbi castagni che contano un centinaio e più d’anni, ed ora per faggete, una delle quali è sorprendente, e non lascia penetrare raggio di sole. — Chi può ridire le impressioni alla vista di codesti giganteschi alberi, alcuni de’ quali