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in pendìo, e poi ricomincia ripida e sassosa fino a Nicciano; da Piazza a questo villaggio 40 minuti.

La strada mena ad una fontana al cominciar del paese; allora si piglia la via selciata a destra, e dopo 15 minuti si trova una straducola a diritta che sale su a Castagnola.

Si lascia, e continuando a discendere si giunge in altri dieci minuti all’Acqua Bianca, ad un ponte di legno a due arcate senza sponde detto il Pontaccio. — Chi va al Pisanino non deve traversarlo, ma seguire il viottolo sulla sinistra del fiume risalendo la corrente lungo selve di bellissimi castagni. Fatta una piccola salita si presenta in faccia sopra una montagna l’aereo villaggio di Castagnola, dopo venti minuti si entra sul greto del fiume, ed ecco là dinanzi in tutta la sua maestà il Pisanino con praterie e faggete a destra, colla sua cima detta Pizzo maggiore, a sinistra, ignuda e rocciosa, alta 2049 metri, e alle falde Corfigliano dal campanile svelto, nereggiante; un po’ più indietro a dritta biancheggia la guglia del Pizzo d’Uccello (metri 1847). È uno spettacolo che incanta. — Dal greto si passa su praterie ombreggiate da piante di meli e peri, e in breve tempo siamo a Gramolazzo. Dal Pontaccio a qui un’ora di cammino. Premettiamo che l’ascensione al Pizzo maggiore del Pisanino e al Pizzo d’Uccello è un’ascensione da nulla per gli alpinisti consumati, difficile per i dilettanti, pericolosa per gente usa sempre alla pianura e non pratica di montagne, impossibile per chi soffre di vertigini. — L’Alpinista, provvedutosi di una guida, potrà fare da Gramolazzo l’ascensione del Pisanino per due vie, l’una salendo