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vincenzo monti | 83 |
Celebrandosi il 21 gennajo 1799 la commemorazione del supplizio di Luigi XVI, fece una stupenda canzone. Questi, nella Bassvilliana, non solo è il re più pio, ma il re più grande: simile a quel Giusto che pregava in croce pe’ suoi crocifissori, al suo figliuolo non lasciava altro ricordo che di perdonare a chi l’uccideva; il sole, cinto di gramaglia, ne piange la morte; la sua vista spetrerebbe le rupi, e sol non commuove le galliche tigri; il suo sangue è lambito dall’ombre de’ Druidi, esultanti nel maggior delitto di cui possa superbire la loro semenza iniqua; e la Fede e la Carità lo raccolgono, e imprecano perchè ne sorga
un qualcheduno
Vendicator, che col ferro e col fuoco
Insegua chi lo sparse; nè veruno
Del delitto si goda, nè sia loco
Che lo ricovri:
Il tradimento tradimento frutti:
L’esiglio, il laccio, la prigion, la spada
Tutti li perda, e li disperda tutti.
Così nella Bassvilliana; nell’ode esulta una ferocia contraria.
Il tiranno è caduto: sorgete,
Genti oppresse. Natura respira.
Re superbi, tremate, scendete,
Il più grande de’ troni crollò.
Lo percosse del vile Capeto
Lo spergiuro che il cielo stancò.
Tingi il dito in quel sangue spietato,
Francia, tolta alle indegne catene1;
Egli è sangue alle vene succhiato
De’ tuoi figli che il crudo tradì.
Cittadini che all’armi volate,
In quel sangue le spade bagnate,
La vittoria nei bellici affanni
Sta sul brando che i regi ferì.
- ↑ Questa immagine è storica. Nelle Révolutions de Paris, leggiamo: — Un cittadino salì sulla ghigliottina, e tuffando tutto il braccio nel sangue di Capeto, che erasi accumulato, ne prese una manciata, e ne asperse per tre volte la folla che accalcavasi ai piedi del patibolo per ricevere ciascuno una goccia di sangue sulla fronte. — Fratelli! (esclamava il cittadino, facendo la sua aspersione) Fratelli, ci