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vincenzo monti 65

niani. Il duca Braschi gli offerse il posto di suo segretario, artifizio con cui nobilitavasi un sussidio: Pio VI volle vederlo, e — Non è possibile (scrive il Monti) ch’io possa esprimere la bontà con cui m’accolse. Fui introdotto dal mio padrone1, e il primo abboccamento durò due buone ore. Mi presentai pieno di timore, e ne uscii pieno di tenerezza: e quando gli baciai i piedi, mi vennero agli occhi le lagrime».

Carezzato, applaudito, pagato, il Monti carezzava, applaudiva, ed or celebrava la contessa Trotti Bevilacqua, or con mirabili sciolti il principe Chigi, ora a nome del Bodoni dedicava l’Aminta per le nozze della marchesa Malaspina; or lodando monsignore Spinelli governator di Roma, dava come gloria maggiore dei Cesari e de’ Camini il frenare «la popolar licenza tiberina»; ora al neonato Delfino di Francia preconizzava sarebbe «de’ regi e degli eroi l’esempio, amor del mondo intero, speme del franco impero: la futura sua gloria vedrassi un giorno affaticar l’istoria»; or vantava l’età dell’oro, ripristinata da Pio VI2. Insomma, come i poetonzoli, simili a uccelli in muda che ogni strepito eccita al canto, verseggiava per soggetti del momento, e sublimando gli eroi del giorno, abituavasi a vedere le cose da un lato solo, e ispirarsi ai casi e .alla opinione giornaliera, dal che dovevano derivare tanta leggiadria alle sue produzioni, tante ombre al suo carattere.

  1. Sic. E nella dedica dell’Aristodemo a donna Costanza Braschi: — Io non ho i pingui agnelli di Titiro, onde imitar la splendidezza de’ suoi sacrifizj al nume che ne benefica: ho bensì un animo schietto e la fedeltà del buon servo, e una vita che desidero spender tutta in servirlo», ecc.
    Dalle odierne condizioni il letterato resta sciolto da ogni dipendenza, ma anche privato d’ogni appoggio.
  2. Tardi nepoti e secoli,
         Che dopo Pio verrete,
         Quando lo sguardo attonito
         Indietro volgerete,
    Oh come fia che ignobile
         Allor vi sembri e mesta
         La bella età di Pericle
         Al paragon di questa!

    Prosopopea di Pericle.


    E nella Bellezza dell’Universo:

                             al suol romano
    D’Augusto i tempi e di Leon tornaro.