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44 illustri italiani

che sputando nella mano si guarisce l’uomo, involontariamente feritosi: un abito portato ai funerali mai non è intaccato dalle tarme:

chi fu morso da un serpente più non ha a ’temere di api o dì vespe: le morsicature d’un animale si esacerbano alla presenza di persona morsicata da un animale della specie medesima; nè è stupore che v’abbia mostri così strani in Etiopa, avendoli formati Vulcano, abilissimo modellatore, giovato da quel gran’caldo1.

L’attrazione verso il centro della terra era stata asserita da Aristotele, accettavasi come una verità comune dai Romani, e Cicerone la esponeva con felicissima esattezza2. Plinio invece vi dirà che i gravi tendono al basso, i corpi leggeri all’alto; s’incontrano, e per mutua resistenza si sostengono: così la terra è sorretta dall’atmosfera, altrimenti. lascerebbe il suo posto e precipiterebbe al basso. Non solo ripudia il sistema mondiale pitagorico, ma trova pazzia il supporre altre terre ed altri soli di là dal nostro, misurare la distanza degli astri, seminare d’infiniti mondi lo spazio3.

Chi volesse (nè ammanirebbe impresa difficile) riscontrare l’età dì Plinio col secolo precedente al nostro, troverebbe somiglianza tra lui e gli Enciclopedisti nel dar copertojo scientifico all’ignoranza e alla credulità, nell’armeggio di sapere o mostrar di sapere, nel ripudiare la luce che viene dalla vera fonte, nel professarsi materialista e tuttavia per buon cuore giungere a conclusioni benevole.

Col tono sentimentale di questi, declama contro chi inventò la moneta; benedice i secoli, ove altro commercio non si conosceva che di cambio; maledice la navigazione, la quale, non paga che l’uomo morisse sulla terra, volle mancasse perfino di sepoltura4. Eppure intravede la perfettibilità, e «quante cose erano considerate impossibili prima che si facessero! confidiamo che i secoli avvenire si perfezionino sempre meglio»5. Tuttochè materialista, al nome di Barbari sostituisce quello d’uomini; rinfaccia a Cesare il sangue versato; loda Tiberio d’aver tolte di mezzo certe disumane superstizioni

  1. VII, 2, 3, 6, 46; VIII, 66, 67; XXVIII, 2, 3, 4; V, 30.
  2. Terra solida et globosa et utidique ipsa in se nutibus suis conglobata. Omnes ejus partes undique medium locum capessentes, nituntur sequaliter. De natura Deorum, II, 39 e 43.
  3. II, 5 e 1.
  4. XXXIII, 1, 3, 4, 13; XIX, 1, 4.
  5. VII, 1, 7; II, 13, 1.