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306 | illustri italiani |
tolici, e principalmente del cardinale Osio gran difensore del regno d’Ungheria. Il quale ne scrisse dissuadendo esso re, e mostrando qual pregiudizio ne deriverebbe a tutto il paese. — Non credo che nel nostro secolo siavi stato più pestilente eretico di quell’empio Bernardino Ochino, che osò fin richiamare in dubbio se esista Dio, e se si prenda cura delle cose umane. Ai consigli di questo scellerato dicesi che si ascolti nella patria nostra; i quali se avesser sèguito, fin gli elementi insorgerebbero contro di noi nè potrebber sì atroce delitto sopportare»1. Anche il protestante Bullinger inveiva contro l’Ochino, meravigliandosi che un vecchio scrivesse di tali cose, e tanto più ministro della Chiesa: nei dialoghi aver ritratto sè stesso, affinchè il conosca chi noi conobbe finora; «è uomo dotto in senso reprobo, ingrato contro il senato e i ministri, empio, malizioso per non dire bugiardissimo».
L’Ochino di rimpatto lagnavasi di esso, e — Non pensavo che il Bullinger fosse papa a Zurigo, e che non solamente a’ suoi precetti, ma ancora alle sue esortazioni s’avesse ad obbedire, e molto più che al senato». Teodoro Beza pure gli urlava dietro: — Ochino è uno scellerato, libidinoso, fautor degli Ariani, beffatore di Cristo e della sua Chiesa»: onde non fu raccolto a Basilea, nè a Mulhausen; e s’ascose in Moravia, dove, perduto due figliuole e un ragazzo dalla peste, morì nel 1564.
Tutt’altrimenti ne espone a lungo la fine il Boverio, quasi avvenisse in Ginevra, e che si confessò da un prete cattolico, e si ritrattò dinanzi a quanti lo visitavano. Di ciò istizziti, i magistrati di Ginevra ordinarono che, se persisteva, venisse ucciso, come fecero a pugnalate. Di un fatto così improbabile adduce molte testimonianze, ma non dirette. Egli fa gran caso che Teodoro Beza, nel libro intitolato Veræ imagines virorum illustrium impietate et dottrina, quorum labore Deus usus est, his extremis temporibus, ad veram religionem instaurandam ex diversis christianitatis regionious, dice: Petrus Martir (Vermiglio) in egressu suo ex Italia habuit socium Bernardinum Ochinum, monachum magni nominis apud Italos, et auctorem Ordinis Capucinorum (?), qui in fine se oslendit esse iniquum hypocritam, atque habuit alios qui omnino aliter se gesserunt.
- ↑ Rescius, Vita Hosii, lib. III, cap. 6. L’Osio scrisse De hæresibus nostri temporis.