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304 illustri italiani


La prima volta che predicò ai fratelli italiani in Cracovia, «Non crediate (disse) venir oggi a veder altro che un vero apostolo di Gesù Cristo. E pel nome e la gloria di Cristo, e per chiarire la verità delle cose celesti ho io patito ben più di quello che sia di fede aver patito l’uomo o alcun degli apostoli. Ne, se a me non è conceduto come ad essi di far miracoli, meno fede dovete aver a me che ad essi, giacchè noi insegniamo le cose stesse dallo stesso Dio ricevute, ed è miracolo abbastanza grande l’aver noi sofferto quel che patimmo». Fin a tal punto spingeva la superbia!

Fu de’ più bei trionfi della Chiesa nel medioevo l’aver sostenuto

    unico mediator nostro; unici sacramenti il battesimo, da conferire senza le cerimonie papistiche; la Cena in cui è cibo e bevanda il corpo di Cristo.
    Ma insistendo i Cantoni cattolici, il sindacalo raccoltosi in Locarno decretò che i novatori dovessero abjurare, o venir multati ne’ beni e nella vita. Se n’appellarono alla Dieta generale, dove la cosa fu compromessa ne’ Cantoni misti d’Appenzell e Glarona, e questi decisero che tornassero alla fede materna, o spatriassero coi loro averi.
    Il 1 gennajo 1555 la popolazione di Locarno fu convocata nel castello del commissario per annunziarle questa sentenza, ed esortare i novatori a ricredersi. Poi sul fine di febbrajo ecco i rappresentanti dei sette Cantoni cattolici, dinanzi ai quali processionalmente, in abito festivo e coi figliuoli alla mano, comparvero i dissidenti in numero di cenventicinque, non contando varj assenti e i ragazzi, e avendo dichiarato di restare fedeli alla loro credenza, ebbero intimazione che pel 3 marzo si disponessero a spatriare.
    Ottaviano Riperta vescovo di Terracina, nunzio apostolico, venuto colà a salutare in nome del santo padre gli ambasciadori svizzeri, non lasciò alcuna via intentata a convertir gli eretici, ma con poco fruito, e le stesse donne Barbara Muralto, Caterina Rosalina, Lucia Bello, Chiara Toma sostennero dispute con esso. Vuolsi ch’egli insistesse per più severo castigo; ottenne l’estremo contro il calzolajo Nicolò Greco bestemmiatore, e che fossero arrestati i più riottosi. Barbara Murallo doveva essere fra questi; ma la sua casa attigua al lago, in tempo delle fazioni era stata fabbricata in modo da poterne fuggire per una porta cieca. Comparso dunque il satellizio, ella, alzatasi di letto, chiese d’andar a vestirsi, e fuggì. Gli altri dovettero disporsi ad abbandonare la patria coi beni e le famiglie. Congedatisi dai lor cari e fin dai più stretti parenti e dalle mogli, censettantatre persone d’ogni età ai 3 di marzo varcarono il San Bernardino, indugiandosi alcun tempo a Rovereto nella Mesolcina, finchè prendessero accordo cogli Svizzeri. I Grigioni offerser loro libero ricetto, e in fatti l’accettarono un Besozzi, Leonardo Bodetto, Giovan Antonio Viscardi colle loro famiglie. I più si stabilirono a Zurigo, tam hilares, tam læti ac si ad nuptias aut festum aliquod properarent, dice il Duno. Questo locarnese vi si segnalò come medico, godette l’amicizia del famoso naturalista Gessner, stampò varie opere, e tradusse in latino alcune dell’Ochino e dello Stancario.