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298 illustri italiani

blicò varie operette, fra cui Cento apologhi1, lavoro sì accannito, che dicea di vergognarsene perfino lo Sleidan, storico e panegirista della Riforma. Eppure è ancor più sozza una lunga sua lettera, che serbasi a Firenze nella Biblioteca Laurenziana, contro Paolo III, colle amplificazioni in uso, e col tono a cui oggi ci riavvezzano i masnadieri della stampa. Avendo quel papa proibito le opere di lui, esso l’investe, non perchè speri correggere un vecchio ottagenario, ma per mostrare al mondo ch’e’non è vero pontefice, bensì creatura del diavolo. E tira via leggendone la vita, sin da quando giovinetta avvelenò la propria madre, e riuscì a sottrarsi dal processo. Seguono stupri in ogni grado, e libidini su persone, distintamente nominate. Molti assassini gli attribuisce, dai castighi meritati sempre schermendosi, e poi facendo giustiziare o incarcerare o bandire i proprj complici. La sua elezione fu un traffico ontoso. Dappoi tutto andò per simonie, per corruzione dei cardinali, per vendita d’impieghi, di donne, di giustizia. Il governo di lui non potrebbe essere peggiore. Gli rinfaccia le colpe e la fine di Pier Luigi, e d’aver lasciata dipingere in una cappella papale il Giudizio di Michelangelo, cha appena staria in una bettola. Lo imputa sopratutto d’astrologia e di necromanzia, molto difondendosi sopra questo punto per mostrare come la ragione divina e l’umana vietino l’interporre i demonj alle operazioni nostre, siccome usava Paolo III. E per patti col demonioè egli riuscito papa; quindi non è eletto legittimamente; laonde si esortano i principi a deporlo2.

    Bernardin de Servas, qui avait été religieux, préche à la chapelle du cardinal (d’Ostia) tous les dimanches». Certamente s’ha a leggere Bernardin de Senis.

  1. «Apologi nelli quali si scoprono gli abusi, superstizioni, errori, idolatrie et empietà della sinagoga del papa, e specialmente de’ suoi preti, monaci e frati, 1554». È l’opera più rara dell’Ochino, e contiene il solo primo libro, mentre la traduzione tedesca ne ha cinque.
  2. V’è apposta una nota che proibisce di lasciarla copiare. Anche senza di ciò, non l’avrei riprodotta, tanta n’è la bassezza. Credo alluda a questo un passo delle Legazioni di Averardo Serrislori (Firenze, 1853, pag. 88). «Certi predicatori a Zurigo hanno dato alle stampe un libello famoso contro Sua Santità, tassando i modi e costumi suoi e de’ papisti: per il quale i cinque Cantoni cattolici si lamentano».
    Crispino, librajo, scrittore e discepolo di Calvino, stampò L’Estat de VEglise avec les discours des temps depuis les apótres jusques au prèsent, 1581 in-8° piccolo; ove si trovano tutte queste diatribe contro papa Paolo III; fin ad asserire che manteneva 45,000 cinedi; ch’era astrologo, mago, indovino, ecc.