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frà bernardino ochino | 297 |
tro la pestilente dottrina di frate Bernardino Ochino, con molto desiderio che quelle, come sono obbligate, sien vigilanti contra questa spirituale e maligna peste, tanto più che contra la peste corporale, quanto di questa spirituale ne seguita la morte eterna. Prego il Signore che in questi miseri e infelici tempi vi scampi, e tutta la città dagli imminenti pericoli e travagli, il che farebbe per sua misericordia se si provedesse prima col temere Dio e rendergli il debito culto, e di poi con osservar la giustizia senza rispetto proprio e affezione di parti, che son cagione della ruina de’ regni, e de le città. Non mi occorre altro».
Nell’indice delle Carte Cerviniane dell’archivio di Firenze, filza xxviii, vedo registrata una lettera di Aonio Paleario, e un’altra della marchesa di Pescara che concernono l’Ochino: ma non si trovano più.
Bensì trovai nella Biblioteca Magliabechiana (Cl. xxxiv, num. 2) manoscritta la risposta latina di don Basilio de Lapis cistercense a un’epistola dell’Ochino. Oltre usar tutti i modi per toccargli il cuore e indurlo a non nuocere a tante pecorelle che lo aveano seguito nella verità, il frate viene a confutare direttamente la sua dottrina sul matrimonio de’ preti, sulla supremazia del pontefice, sul sangue di Cristo come unico espiatore, sul libero arbitrio, sul culto delle immagini, i digiuni, i giorni festivi; la distinzione fra sacerdoti e laici, la confessione.
Avverte bene esser pazzia il dire che tutte le costituzioni della Chiesa siano cattive, giacchè ogni società fa leggi per il proprio meglio, niuna ne fa apposta di cattive: qui poi gli autori di tali leggi sostennero il martirio. Finisce con una patetica esortazione. Ad pacis termìnum et Domini hereditatem pervenire noti potes, quando pacem Domini cum tuo furore corrumpis; quando et nos fila tui non a te, sed tu a nobis continuo recessisti, non unitatem conservasti, non verbum Domini tennisti; sed quid ultra? finem dabimus et Dominum rogabimus ut te ac nos.... dirigat in semitis suis et porrigat gressus nostros in viam pacis, et te ipsum nobiscum in unitale ecclesia et vinculo pacis convertat, et in sinu suo te recipiat atque conservet.
L’Ochino a Ginevra fondò la prima Chiesa italiana1 e vi pub-
- ↑ Nei manoscritti della Compagnia de’ Pastori a Ginevra, sotto il titolo Spectacles, professeurs, recteurs et ministres des Eglises étranger es qui sont dans la ville, leggesi a pag. 181: «Eglise italienne. Cette Eglise fut établie en 1542, octobre....