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288 | illustri italiani |
pranaturale, fede, speranza e carità, e l’altre virtù necessarie per operare a gloria di Dio. Immo l’empio, mentre che è empio, se ben facesse tutto quello potesse, non solo non amerebbe Iddio con tutto il cuore, e il prossimo infino alli inimici come se medesimo, ma non osserverebbe straccio della divina legge, nei modo che è obbligato. È ben vero che farebbe delle opere estrinseche, ma non a onore di Dio, sì come è tenuto; però non satisfarebbe a un minimo suo peccato o obbligo, nè meriterebbe appresso a Dio benefizio alcuno, nè si disporrebbe in modo alcuno alla divina grazia, immo in tutte quell’opere sue peccherebbe non per farle ma per non farle a gloria di Dio si come è obbligato. Nè per questo debbe l’empio mancare d’andare a udire la parola di Dio, di fare elemosine, orazioni e simili opere. Imperocchè in non farle peccarebbe molto più. Dio vuole che si passi per simili mezzi, e che se gli obbedisca nel modo possiamo riconoscere ogni grazia in tutto da Dio per Cristo e in nessun modo da noi.
«Ma dipoi che siamo liberi da Cristo dal peccato, e per fede rigenerati, se bene restano in noi le prave concupiscenze a esercizio di virtù, nientedimeno abbiamo un cuor nuovo, e tale che non gli consentiamo nè obbediamo, anzi gli repugniamo. Allora essendo veramente liberi, liberamente con spirito operiamo opere grate e accette a Dio, secondo le quali ci renderà, non perchè in sè siano degne di essere premiate, essendo anco quelle de’ giusti sempre imperfette, e non tali quali ci sarebbe debito e si converrebbe all’infinita bontà di Dio, benchè tali difetti non si siano imputati per essere noi già membri di Cristo. Ma i giusti saranno premiati secondo l’opere loro, in quanto che quelli che avranno fatto migliori opere, avranno tanto migliore lume della bontà di Dio, e con maggior fede abbracciato per suoi li tesori di Cristo; però se ne saranno insignoriti, li goderanno con maggior sentimento spirituale, e saranno più felici, ma non già per la degnità d’esse opere di Cristo, e per mera bontà e misericordia di Dio. Però, benchè possiamo satisfare alcuna volta ai debiti e obblighi che abbiamo con gli uomini, e appresso d’essi meritare qualche grazia, nientedimeno non possono in modo alcuno satisfare a uno de’ minimi obblighi e debiti, che abbiamo con Dio, nè meritare appresso a lui una minima grazia; immo di continuo crescono gli obblighi nostri; e rimosso Cristo, tutte l’opere nostre, passate alle bilancie della divina giustizia, sono degne di punizione.