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frà bernardino ochino |
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estrinseca e apparente santità di vita, in predicare la grazia, l’evangelio,
Cristo e il suo gran benefizio. Questo dico, atteso e considerando
quale e quanta era e è la superstizione d’Italia, e lo stato nel
quale mi trovavo. E così incominciai a mostrare, che siamo salvi per
Cristo. Vero è che vidi gli occhi d’Italia sì infermi, che, se avessi
alla scoperta subito mostrato la gran luce di Cristo, non potendo
tollerarla, l’avrei in modo tale offesa, che li Scribi e Farisei, i quali
in essa regnano, mi arebbono ucciso. E giudicai esser bene, non
così subito scoprirgli la gran luce dell’evangelio, ma a poco a poco
per condescendere alla sua debile vista. Però contemperando le parole
al suo lippo vedere, predicavo che, per grazia e per Cristo
siamo salvi, che lui ha satisfatto per noi, e che egli ci acquistò il
paradiso. Vero è che non scoprivo esplicatamente l’empietà del regno
d’Anticristo, non dicevo, — Non ci sono altri meriti, satisfazioni,
indulgenze che quelle di Cristo, nè altro purgatorio; — lasciavo
simili illazioni farle a quelli che da Dio per grazia avevano
vivo sentimento del gran benefizio di Cristo: non avrei ditto, — Voi
sete sotto l’empio regno d’Anticristo, il quale fa residenza a Roma;
i costumi della sua e vostra Chiesa sono corruttissimi, ma non manco
la dottrina, le vostre religioni umane. Sono esse empietà, e non ci
è altra vera religione che quella di Cristo; voi siete manifesti idolatri,
e in pigliare i santi per vostri avvocati, offendete Dio, Cristo,
la madre, è tutto il paradiso. — Non potevo esplicare simili verità,
ma le tacevo aspettando che Cristo mi mostrasse quello che voleva
fare di me. È ben vero che in secreto esplicai il vero a molti, delli
quali alcuni che per tentarmi m’avevano domandato, ed altri per
loro proprj interessi, manifestarono al papa e cardinali qual fusse
la mia fede, mostrandosi contrarj di quello, che, già in camera parlando,
avevano mostrato d’accettare per vero. Non mancarono anche
persone le quali, mosse da invidia e si per la religione come per
la predicazione si diedero intorno a dare il tratto alla stadera, con
dire che predicavo eresie, e tanto con maggior veneno, quanto che
in modo tale, che nessuno poteva puntarmi, nè pigliarmi in parola,
e che, per il gran credito che avevo, avrei potuto un di fare qualche
gran commozione in Italia con ogni minima occasione; massime
perchè in fra i Cappuccini molti, e precipue i primi predicatori, aderivano
alla mia opinione, e di continuo moltiplicavano quelli eh
essi chiamano eretici perchè credono veramente in Cristo.