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non eccitasse il vederle riprodotte con pochi cambiamenti dalla nostra età, che alla precedente disputa il titolo d’illuminata.

Anche la moglie di Cagliostro esercitavasi attorno al vassojo mesmeriano, e propose dare un corso di magia naturale se trovasse tre dozzine di discepole, che contribuissero cento luigi ciascuna: e prima di sera le ebbe; tutte gran dame, e doveano giurare fede e secreto.

Inconcepibile mescolanza di dignità e furberia, di dottrina e d’ignoranza, avido e generoso, d’un’eloquenza rozza ma capziosa, intrigante eppur capace di entusiasmo; lo chiamavano padre adorato, maestro augusto, divino Cagliostro. Crebbe di fama per avere guarito il duca di Soubise: e più per aver tenuto mano nella tanto famosa baratteria della collana. Per chi non la ricordasse basti accennare come al cardinale di Rohan, invaghito della regina Maria Antonietta, fu fatto credere che essa gli accondiscenderebbe se le donasse una ricca collana di diamanti, che Luigi XVI avea ricusato comprarle. Una finta lettera e un notturno convegno con una La Motte, donna intrigante che le somigliava alquanto, ingannarono il prelato; la collana fu compra, ma sparve nelle mani di truffatori. Erettosi processo contro costoro, si sospettò complice Cagliostro, accusato per vendetta dalla La Motte. Egli dalla Bastiglia pubblicò la sua difesa, dove fra artifizj volgari, incontrasi una certa grandezza. Raccontava la sua storia con particolarità romanzesche, atte ad eccitare l’immaginazione; e conchiudeva:

«Ho scritto quanto basta alla legge, quanto basta a ogn’altro sentimento che quel d’una vana curiosità. Insisterete per conoscer più particolarmente la patria, il nome, i moventi, i mezzi d’uno sconosciuto? Che v’importa, o Francesi? Per voi, mia patria è il primo luogo del vostro impero dove io mi son sottomesso alle vostre leggi: il mio nome è quel che ho fatto onorare fra voi; il mio movente è Dio: miei mezzi il mio secreto».

Egli riuscì a camparsi: e poichè quella società corrotta e gaudente applaudiva allo scandalo, l’accolse in trionfo quando uscì di prigione, per fare izza alla Corte.

Ebbe però lo sfratto; ma ecco la popolazione attrupparsi alla sua casa a Passy, disposta fino ad un’insurrezione per difenderlo e trattenerlo: personaggi di Corte fecero alternata guardia alla sua porta sinchè partì: alla nave a Boulogne più di cinquemila persone l’accompagnarono, alle quali diede, come soleva, la sua benedizione.